Pascal Simonetto dirige da un anno l’ufficio di PET-Recycling Schweiz nella Svizzera francese. Nell’intervista svela come ha vissuto questi primi dodici mesi e cosa l’ha maggiormente sorpreso.
Signor Simonetto, da un anno lei dirige la sede dell’associazione PET-Recycling Schweiz nella Svizzera francese. Quali aspetti hanno caratterizzato principalmente i suoi primi dodici mesi?
Pascal Simonetto: Posso innanzitutto dire che, dal punto di vista personale, è stato un anno avvincente. Ogni giornata lavorativa è ricca di nuove esperienze e innumerevoli sfide − e ho imparato davvero tanto in questi dodici mesi. È un settore del tutto nuovo per me, con «prodotti» completamente diversi rispetto a quelli da me conosciuti. Il mio compito principale consisteva nel prendere in mano il mio nuovo team, l’ufficio nella Svizzera francese e l’intera amministrazione.
Cosa l’ha maggiormente sorpresa quest’anno
Non ero consapevole di quanti aspetti contribuissero al ciclo del PET nella sua interezza − ad esempio tutta la cernita del materiale consegnato. Mi affascina il fatto che da bottiglie per bevande in PET usate e, di conseguenza, anche sporche possa essere ricavato un granulato pulito per produrre nuove bottiglie per bevande in PET. Ogni giorno, tantissime persone lavorano con impegno affinché possiamo raggiungere i nostri obiettivi qualitativi. Sono molto riconoscente per questo prezioso impegno.
È cambiato qualcosa quest’anno nella Svizzera francese?
Ho imparato tante cose dal mio predecessore Jean-François Marty che mi ha consegnato un ufficio perfettamente organizzato. Ciononostante ho voluto apportare alcune modifiche e ho assegnato maggiori responsabilità al mio team
Un anno fa, il suo predecessore Jean-François Marty aveva sottolineato l’importanza della rete, soprattutto nella logistica. Lei ha proseguito su questa strada?
Direi di sì. Nel settore della logistica e nel nostro ramo, tutti si conoscono. Perciò apprezzo molto il contatto diretto e frequente con i nostri partner che ci consente di affrontare insieme i problemi e cogliere le opportunità. .
Quali sono, per lei, le sfide maggiori nella Svizzera francese?
I problemi sono, in sostanza, gli stessi che abbiamo in tutta la Svizzera. Anche nella Svizzera francese dobbiamo affrontare il problema della qualità del materiale raccolto. E anche da noi emergono differenze a livello regionale – in alcuni luoghi va meglio, in altri molto peggio. In base alla mia esperienza posso tuttavia affermare che, anche in questo caso, il contatto personale con i Comuni contribuisce in maniera determinante alla soluzione di eventuali problemi.
Quali obiettivi si è prefissato per l’anno prossimo nella Svizzera francese?
In primis, senza ombra di dubbio, il miglioramento della qualità del materiale raccolto. A tal fine è necessario anche uno scambio continuo con i Responsabili dei punti di raccolta. Sono felice che la nostra campagna nazionale riscuota grande successo nella Svizzera francese. Abbiamo spesso notato quante persone abbiano un’idea sbagliata della raccolta del PET. Ancora oggi, tanti consumatori non sanno distinguere una bottiglia per bevande in PET da una vaschetta per verdura in PET. Continueremo anche in futuro a chiarire tutti i possibili dubbi.
