Nel 2016 si festeggia il 75° anniversario della prima realizzazione di polietilene tereftalato in un laboratorio inglese. I due inventori stavano in realtà cercando di creare una fibra di tessuto e non avrebbero mai immaginato che − anni dopo, sotto il nome abbreviato PET − la loro invenzione avrebbe spopolato in tutto il mondo, soprattutto in veste di bottiglia.

Nel 1941, nel bel mezzo della Seconda Guerra mondiale, i due inglesi John Rex Whinfield e J. T. Dickson cercano di creare, nel laboratorio della Calico Printers Association nella parte settentrionale dell’Inghilterra, una nuova fibra di tessuto e realizzano invece il polietilene tereftalato, prodotto con glicole etilenico e acido tereftalico. Il risultato convince e viene subito brevettato, rimanendo tuttavia segreto per qualche tempo. Questa fibra di tessuto diviene famosa solo negli anni Settanta, e il suo successo perdura ancora oggi. Il PET viene prodotto oggi principalmente in Cina, con una produzione annua mondiale di ben 40 milioni di tonnellate.

Ideale per capi sportivi

Nel settore dei tessuti, il PET è denominato poliestere. Il PET fa parte della famiglia dei poliesteri anche dal punto di vista chimico, vantando caratteristiche particolarmente invidiabili: è resistente alle intemperie, non lacerabile, ingualcibile, assorbe pochissima acqua ed è pertanto traspirante. Per tali ragioni viene spesso impiegato per produrre capi d’abbigliamento sportivi. Una considerevole parte dell’intera produzione di questa fibra di tessuto proviene oggi dal riciclaggio di questo materiale. Il PET è stato utilizzato, nella sua storia, nei modi più svariati − ad esempio come pellicola per imballaggi o come pellicola cinematografica. Il PET ha tuttavia riscosso un enorme successo nell’industria alimentare poiché può essere lavorato come materiale amorfo − essendo, in questa forma, incolore e di elevata trasmissione luminosa. Già negli anni Settanta, l’azienda Coca-Cola lanciò sul mercato statunitense la prima bottiglia per bevande in PET da 1,5 litri. Alla fine degli anni Ottanta, la bottiglia per bevande in PET iniziò il suo inarrestabile cammino di successo in tutto il mondo.

PET anziché vetro

Come imballaggi per acqua e bevande dolci, le bottiglie per bevande in PET hanno ampiamente preso il posto delle bottiglie di vetro − ciò soprattutto perché sono infrangibili, leggere e semplici da maneggiare. Come materiale per imballaggi, il PET soddisfa i severi requisiti legali. Non contenendo flessibilizzanti, il PET può essere utilizzato addirittura in combinazione con alimenti per neonati. Negli anni, questo materiale è stato costantemente migliorato cosicché, oggi, circolano sul mercato bottiglie per bevande in PET da 1,5 litri che pesano solo 30 grammi. In Svizzera, le bottiglie per bevande in PET vengono raccolte, sottoposte a cernita, lavate e lavorate, da ben 25 anni, della PET-Recycling Schweiz − una vera e propria storia di successo. Ciò fa sì che, utilizzando bottiglie per bevande in PET usate, si possano produrre continuamente bottiglie per bevande in PET nuove, garantendo il mantenimento di un ciclo chiuso unico nel suo genere in tutto il mondo, insuperabile sotto l’aspetto dell’ecosostenibilità.

La prima bottiglia riutilizzabile in PET di Coca-Cola in Germania, 1990. (Immagine: IK Industrievereinigung Kunststoffverpackungen e.V.)
La prima bottiglia riutilizzabile in PET di Coca-Cola in Germania, 1990. (Immagine: IK Industrievereinigung Kunststoffverpackungen e.V.)